PIETRO CURRO' CANDIDATO ALLE ELEZIONI REGIONALI SICILIANE DEL 28 OTTOBRE 2012
"Voglio un tetto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca, un'educazione per ogni cuore, la luce per ogni intelletto". Bartolomeo Vanzetti
lunedì 8 ottobre 2012
Il contributo programmatico,
come linee guida,
di
PIETRO CURRO',
CANDIDATO ALLE ELEZIONI
REGIONALI SICILIANE
DEL 28 OTTOBRE 2012,
.
TAGLIARE GLI SPRECHI E
LE DISFUNZIONI .
Un
fiume di denaro pubblico scorre ogni anno nelle casse dei gruppi parlamentari
dell'ARS, che viene speso frequentemente per automobili, cene, regali e viaggi,
feste e convegni elettorali.
Si
pensa poco o quasi per niente ad evitare gli sprechi.
Il nostro impegno precipuo sarà proprio quello
di combattere i suddetti sprechi e puntare con energia verso una fattiva attività
costruttiva:
-
risolvere il problema
delle disfunzioni locali,
-
organizzare al meglio i
servizi,
-
promuovere la qualità e
la meritocrazia locale,
-
snellire la burocrazia,
che troppo spesso frena e rallenta la produttività e, quindi, lo sviluppo.
RIDUZIONE
DELLE TASSE LOCALI.
In questi ultimi anni la tassa
sui rifiuti, la bolletta dell'acqua, il pagamento dell'ICI prima e dell'IMU
dopo hanno pesato sempre di più sui bilanci personali delle nostre famiglie.
Le amministrazioni Comunali hanno
preferito o saputo solo caricare aumenti su aumenti sui cittadini.
Uno
dei tanti scippi effettuati ai cittadini, ad esempio, si riscontra nella
carente raccolta differenziata dei rifiuti. Puntare su inceneritori e
discariche - anche se emergenziali - è profondamente sbagliato e costoso.
In
proposito riteniamo, viceversa, che in un anno potrebbe decollare la raccolta
differenziata del secco e dell’umido; quest’ultimo verrebbe portato in un
impianto di compostaggio, costruibile anch'esso in poco più di un anno con
fondi regionali dell'emergenza rifiuti.
In
tal modo i rifiuti diverrebbero non un problema, ma una
risorsa.
Il
nostro obiettivo sarà, dunque, da una parte la lotta all’evasione e dall’altra una
revisione dei tributi comunali, agevolando principalmente le fasce più deboli
della nostra collettività.
SVILUPPO
ECONOMICO E CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO RISOLUZIONE DEL PRECARIATO.
La crisi economica non ha portato nel legislatore la volontà
o la capacità di un programma economico di evoluzione e di sviluppo.
Conseguenza di ciò l'inevitabile deficit globale di posti di
lavoro, forme di occupazione vulnerabili, crescita delle diseguaglianze e
redditi della classe media fortemente diminuiti.
Non si è pensato che proprio la perdita del posto di lavoro
frena la crescita economica e crea tensioni sociali.
Il nostro impegno sarà indirizzato:
·
verso l'incentivazione
alla produttività di imprese (soprattutto piccole e medie) e aziende, che
prevediamo di supportare attraverso agevolazioni tributarie ed un effettivo
snellimento burocratico.
·
verso il garantire che
l'aumento della stessa abbia ricadute per i lavoratori e si traduca in un
aumento del loro livello di vita,
·
verso la protezione
sociale di base per le persone che vivono in condizioni di povertà e
vulnerabilità.
·
verso l’immediata
abolizione del precariato e l’introduzione di un contratto unico a tempo
interminato per tutti i lavoratori.
Inoltre, specificatamente riguardo al TURISMO ed al COMMERCIO:
Pensiamo di ottimizzare al meglio il flusso turistico derivato
dalle navi da crociera e destagionalizzare lo stesso.
Pensiamo ad un sistema di offerta turistica e culturale
integrata, creando, ad esempio, un “Corner accoglienza” all’interno del porto di
Messina e utilizzando l’area Fiera come centro di presentazione
al turista del mondo della cultura e
della tradizione dei nostri Comuni; un “Point” che dovrà essere un “salotto
d’incontro”, che integri i classici
tour, che proponga, accanto al racconto della
nostra storia e delle nostre tradizioni, anche l’attualità in tutte le sue
forme: l’enogastronomia, l’arte moderna, ecc…
RISANAMENTO
Contiamo
di effettuare tutti gli interventi necessari ad eliminare definitivamente le
“baracche” dal nostro territorio
Inoltre
contiamo di definire gli interventi di riqualificazione urbanistica nelle aree
oggetto di nuova espansione urbanistica.
QUALITA’ DELLA VITA
Rivisitazione
del problema viabilità e mobilità urbana, con grande attenzione per i disabili.
Per
questi ultimi un particolare impegno e non un mero assistenzialismo.
L'obiettivo è garantire un'effettiva
libertà di movimento nelle città e nei paesi a tutti,
soprattutto ai disabili, che
oggi, a causa delle innumerevoli barriere architettoniche e dell’inciviltà di
molti, sono privati del loro diritto di circolare autonomamente e obbligati a
farsi assistere da un accompagnatore.
-
Vogliamo potenziare i trasporti collettivi,
migliorando i mezzi già esistenti e integrandoli con mezzi ecocompatibili, con
la fruizione agevolata di detti mezzi per i pensionati a reddito medio-basso e
gli studenti.
-
Vogliamo assicurare le esigenze fondamentali della
società, ossia l'accesso ad alloggi, asili nido, scuole materne;
-
Vogliamo incrementare aree di gioco sicure e spazi che
favoriscano la crescita del bambino.
A
tal uopo, va, inoltre, potenziato il Corpo di Polizia Municipale e
riorganizzato il servizio esterno dello stesso, a tutela della viabilità, della
mobilità urbana e le esigenze sopra citate.
SICUREZZA PUBBLICA
Ci impegniamo a ridurre
i rischi derivanti da eventuali sismi o calamità naturali non solo per chi è a
casa propria, ma anche per chi ogni giorno è a scuola, in ufficio, nei vari luoghi di lavoro, nelle
strutture della sanità.
A tal uopo va prevista
la riorganizzazione della Protezione Civile su base comunale e progettazione di
una vera, grande opera: la messa in sicurezza del territorio, a partire dai
torrenti per andare a una stesura ecocompatibile dei piani particolareggiati.
ECOLOGIA E AMBIENTE.
Vogliamo, intanto, disinnescare tutte le
"bombe ecologiche" costituite da inquinamento profondo
(ad esempio, a Messina la zona falcata, in
particolare l'area della ex Smeb)
Proponiamo che le aree in questione venga
liberata da inquinamenti ambientali e valorizzata per renderla fruibile alla
cittadinanza ed al turista.
Ci proponiamo di chiedere alla Regione Siciliana
di trasferire da Trapani a Messina la sede della Soprintendenza del Mare o una
sua "succursale". Non soltanto come sede di uffici ma come centro
operativo per l'indagine di archeologia sottomarina.
Programmeremo, inoltre,
un razionale piano energetico che preveda la diffusione dei "tetti
fotovoltaici" su tutti gli edifici pubblici, a partire da quelli comunali,
garantendo così sia un risparmio ai cittadini sulle bollette e la riduzione dei
rischi di black-out, sia all’utilizzo delle competenze possedute dai giovani
tecnici della città.
INSERIMENTO
EDUCAZIONE CIVICA COME MATERIA SCOLASTICA
In Italia, dopo la seconda guerra
mondiale, l'educazione civica, considerata un antidoto al nazionalismo e un
avviamento alla democrazia, presenta in modo ricorrente i temi dell'educazione
alla responsabilità e il richiamo alla Costituzione come carta comune dei
cittadini.
Oggi l’educazione civica, che si colloca al
confine tra la dimensione cognitiva e quella affettivo-motivazionale, ha
grande importanza non solo per l’insegnamento di conoscenze ma anche, se non
soprattutto di valori che oggi si stanno perdendo, come ad esempio la
tolleranza, la solidarietà, il rispetto per le persone, per le cose, per la
natura, per la città.
GESTIONE PUBBLICA
Valutazione della gestione pubblica lì dove quella
privata ha fallito.
Siamo fermamente convinti,
ad esempio, che acqua ed energia si debbano governare anche dal Comune, così
come siamo convinti che la gestione dei cimiteri comunali debba necessariamente
rimanere in mano alla pubblica amministrazione.
Riteniamo che punti sopra
citati siano diritto fondamentale dei cittadini e bene pubblico inalienabile.
SANITA’:
Premesso che oggi ci
troviamo di fronte a
- Sistemi sanitari poco sicuri;
- Livelli inaccettabili di variabilità
delle prestazioni, degli esiti;
- Fornitura di servizi e di tecnologie
sanitarie inefficienti ed inefficaci e utilizzo di queste ultime
eccessivo, sottodimensionato o sbagliato;
- Sprechi dovuti a mediocre qualità
professionale ed organizzativa;
- Accessibilità iniqua ai servizi
sanitari;
- Liste di attesa lunghissime;
- Costi non affrontabili per la
società e insoddisfazione.
Pensiamo
ad una revisione generale di tutte le strutture sanitarie in genere, ivi inclusi
i laboratori di analisi.
Pensiamo ad una crescita della tecnologia e
dell’informazione, a soddisfare la richiesta di trasparenza e di affidabilità
pubblica. Pensiamo che ogni struttura sanitaria debba riformare la propria operatività
sulla base di standard internazionali di struttura, prestazione e risultati.
Pensiamo a spostare la
propria attenzione verso la medicina preventiva.
Pensiamo ad un controllo e valutazione della qualità non solo
in mano a professionisti di tecnologia ed agli economisti, ma deve essere
sempre più di pertinenza dei pazienti.
La crescita della tecnologia e dell’informazione, la
richiesta di trasparenza e di affidabilità pubblica obbliga ogni struttura
sanitaria a descrivere e riformare il proprio sistema sulla base di standard
riconosciuti a livello internazionale di struttura, processo, prestazione e
risultati.
Pensiamo
a sviluppare la medicina, garantendo accesso, equità, sicurezza e
partecipazione a tutti i pazienti.
Siamo contro il Decreto
dell'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, sulle modifiche delle
regole sull'accreditamento istituzionale dei laboratori d'analisi.
Col nuovo decreto, infatti, verrebbero eliminate tutte quelle strutture che non raggiungono le 100 mila prestazioni per il 2013 e le 200 mila prestazioni per il 2014. In questo modo molti laboratori dell'Isola rischiano di chiudere, a discapito di migliaia di utenti.
Col nuovo decreto, infatti, verrebbero eliminate tutte quelle strutture che non raggiungono le 100 mila prestazioni per il 2013 e le 200 mila prestazioni per il 2014. In questo modo molti laboratori dell'Isola rischiano di chiudere, a discapito di migliaia di utenti.
Per fortuna, con sentenza, il TAR ha
manifestato riserve in merito alla legittimità dello stesso.
PONTE: PROBLEMA NON SOLO DI MESSINA
Il problema ponte sembra
riguardi Messina, invece comprende gran parte della sua provincia direttamente
ed indirettamente.
Il Ponte sullo Stretto, non solo
è inutile, ma è anche dannoso.
Esso, infatti, smembrerebbe
Messina, creerebbe disagi in provincia, danni a innumerevoli piccole attività
imprenditoriali,
oltreché un impatto ambientale violento e una deturpazione del paesaggio.
Noi riteniamo che gli
investimenti siano da indirizzare verso problemi più importanti e urgenti per
Messina e la sua provincia, quali vie di comunicazione, rete idrica,
miglioramento delle coste, monitoraggio e messa in
sicurezza degli edifici in cui viviamo.
.
Musulmani in Sicilia: superare l’integrazione.
Linee generali per un progetto possibile
Negli ultimi anni in Italia si è fatto un uso
esagerato e incongruo del termine “integrazione”, con particolare riferimento
alle sempre più folte comunità islamiche presenti nel nostro Paese. Si parte
infatti dal falso presupposto - più o meno dichiarato e cosciente - che i
musulmani, “in quanto tali”, costituiscano un corpo estraneo all’interno della
nostra società. E che dunque debbano essere “integrati”, ossia ridotti ed
omologati a nostra immagine e somiglianza. Si accetta, in altre parole, l’idea
errata e nefasta del “conflitto di civiltà”, che vedrebbe il nostro mondo
contrapporsi in modo inconciliabile con i valori, le usanze e i fini del mondo
islamico. Sappiamo bene a quali risultati abbia condotto questa convinzione, e
non solo in Italia. Basti pensare alle politiche discriminatorie messe in atto
dai nostri leghisti settentrionali, oppure, come caso estremo, alla follia
criminale che - scatenata appunto dall’islamofobia - ha prodotto un anno fa in
Norvegia la terribile strage dell’isola di Utoya.
Questo ci fa comprendere che il modo più serio per
affrontare la questione della presenza islamica nella nostra società è quello
di riconsiderare innanzi tutto il nostro rapporto con l’IsIàm dal punto di
vista storico e culturale. In breve: dovremmo renderci conto che la civiltà
occidentale deve all’IsIàm molto più di quanto comunemente si possa immaginare.
Nel corso di oltre mezzo millennio, ossia tra il secolo ottavo e il
tredicesimo, la civiltà islamica contribuì in modo determinante allo sviluppo
della civiltà occidentale. E ciò avvenne soprattutto attraverso due grandi
“ponti” geoculturali: l’Andalusia e la Sicilia. Si tratta di un tema
vastissimo; ma ai nostri fini basterà osservare che l’idea di una “estraneità”
dei musulmani in Europa è, dal punto di vista storico, assolutamente falsa. (Mi
permetto di rinviare su questo argomento al mio libro del 2005: Le radici islamiche dell’Europa).
Ma come tradurre nella pratica e nei problemi del
presente questa verità inoppugnabile? Il primo, semplicissimo passo, dovrebbe
essere proprio quello di mettere da parte per sempre il termine “integrazione”.
Al suo posto, dovremmo parlare invece di “acquisizione di diritti e
consapevolezza dei doveri”. Notiamo qui, per inciso, che i giovani musulmani di
seconda generazione, quelli nati o cresciuti fin da piccoli in Italia, non
differiscono ormai in nulla rispetto ai loro coetanei italiani, e quando si
parla loro di integrazione reagiscono con ovvio stupore: si tratta per loro di
un’idea ormai priva di senso (allego qui, in coda a questo
documento, il testo di un ’intervista da me realizzata a Milano qualche tempo
fa con alcune giovani musulmane italiane, dopo che il politologo Giovanni
Sartori aveva sentenziato sul “Corriere della Sera” che IsIàm e democrazia
sarebbero “inconciliabili ”).
Superato questo increscioso anacronismo, ci chiediamo:
quali sono allora le cose più urgenti da fare concretamente? In primo luogo,
appoggiare e potenziare tutte quelle strutture che, operando nel campo
dell’istruzione e dell’accoglienza, offrono un sostegno alla formazione
culturale e linguistica dei nuovi cittadini italiani. Questo vorrebbe dire, per
esempio, inglobare sempre di più le associazioni di volontariato nel contesto
istituzionale, garantendo loro un maggiore sostegno logistico ed economico. Ma
dovrebbe tradursi anche in una maggiore penetrazione di queste tematiche
neH’ambito dell’istruzione scolastica di base. Ecco un esempio banalissimo:
perché non si dice agli studenti che la matematica e l’algebra, oltre alle
“cifre arabe” che quotidianamente
usiamo, furono importate in Europa dal mondo islamico?
La stessa parola “algebra” è una parola araba!
Ma anche la lingua italiana è ricca di termini
derivati dall’arabo, dal turco e dal persiano. Nel caso poi della lingua
siciliana, e in particolare dei dialetti della Sicilia occidentale, l’influenza
dell’arabo è ancora più forte, a tal punto che intere frasi si potrebbero
costruire con parole di origine araba. L’influenza araba è ben visibile anche
nella toponomastica, nei monumenti e in varie tradizioni della Sicilia. Si
tratta di un patrimonio da valorizzare molto più di quanto oggi non si faccia,
e da utilizzare come grande punto di forza della nostra regione (ed è questo un
discorso che potrebbe avere anche degli importanti sbocchi sul piano dello
sviluppo turistico: basti pensare a quello che si è fatto fra Toledo e
l’Andalusia, con la creazione degli itinerari islamici, la “ruta del califato”
tra Cordova, Siviglia e Granada, ecc. E queste potrebbero essere anche delle
occasioni di lavoro per i giovani musulmani di seconda generazione, cresciuti e
acculturati in Sicilia).
Un capitolo fondamentale è poi quello che riguarda il
diritto al culto. Ogni città siciliana dovrebbe disporre almeno di una vera
moschea capace di accogliere dignitosamente i fedeli musulmani. In questo la
politica dovrebbe agire cercando di favorire in ogni modo la realizzazione
pratica dei progetti e il superamento di eventuali conflitti, o nodi di ordine
burocratico, che tendano a ostacolarli. Nel caso della comunità islamica di
Sicilia, con un particolare riguardo nei confronti del centro islamico di Messina,
è quanto mai necessario dar voce a queste realtà per inserirle nel contesto
sociale delle città siciliane. Tra le tante iniziative che vorrebbero avviare,
uno dei loro obiettivi è creare una grande biblioteca nella città di Messina,
da poter rendere di pubblica consultazione.
Questi importanti capitoli non esauriscono,
ovviamente, tutto il complesso delle questioni e degli interventi necessari a
realizzare l’acquisizione dei diritti di base da parte degli immigrati
musulmani. Si dovrebbe parlare anche di assistenza sanitaria, casa, lavoro,
cittadinanza, e altro ancora. Ma l’intento di queste righe preliminari è
soltanto propedeutico e generale: è più che altro un indirizzo ideale, che
dovrebbe servire a indicare lo spirito animatore di tutte le varie iniziative
da progettare e da immaginare.
Iscriviti a:
Post (Atom)